Continuano i sequestri attuati da parte della polizia municipale per le vie di Monreale. Questa volta, ad essere “beccato”, un giovane extracomunitario.
Il ragazzo aveva ricevuto un’autorizzazione per vendere in forma ambulante all’interno di uno spazio di dimensioni 2 metri X uno. Dimensioni superate dallo stesso venditore che veniva tempestivamente richiamato dalla municipale a ridurre come da autorizzazione.
Successivamente, dopo aver visionato la merce in vendita, si proseguiva al sequestro della stessa in quanto questa non era conforme alle norme vigenti. Varie le tipologie: dalle marche contraffatte, dai prodotti oftalmici, a bracciali ed anelli al nichel, giocattoli di dubbia sicurezza, passando per dispositivi elettronici tutti sprovvisti del marchi di qualità CE e per questo potenzialmente pericolosi per gli ignari acquirenti.
Le recenti azioni nei confronti di ambulanti danno seguito alle normative ministeriali e prefettizie dettate della autorità a tutela principalmente del consumatore e nel rispetto del mercato libero e della libera concorrenza.
Ad agire ed in prima linea sono solo gli agenti della polizia municipale che devono affrontare situazioni pericolose, come i tentativi di aggressione rimasti minaccia oppure concretizzati, come quello di ieri in via Venero.
“Proprio durante un’azione di sequestro un collega ha subito l’aggressione da parte del venditore ambulante che si opponeva energicamente al verbale – racconta Castrense Ganci capitano in servizio a Monreale e, attraverso una convenzione, comandante presso il comando di Patti-. Spesso ci troviamo in inferiorità numerica per mancanza di personale addetto anche alla manovalanza e per questo siamo costretti a procedere da soli, privi ormai di equo indennizzo e senza la dovuta copertura, a caricare il furgone con la merce sequestrata. Il risultato è ben visibile, ma a far più male è la totale assenza di solidarietà da parte degli organi amministrativi e dei cittadini fino ad oggi”.
La merce sequestrata è stata stoccata presso i magazzini della stazione di polizia municipale in attesa di verifiche che stabiliranno se donarla in beneficenza o distruggere in quanto pericolosa per l’utente finale.
IL COMMENTO DEL DIRETTORE
Per favore, a Monreale evitiamo di pronunciare la parola “legalità”. Di sbandierare ai quattro venti le frasi pronunciate da gente che ha fatto nascere l’Antimafia, come Falcone e Borsellino. Siamo tutti bravi a fare un discorso “epico” nei giorni che contano, come le commemorazioni per D’Aleo o Basile. Ma poi, cosa succede? Nulla. Ieri un vigile è stato aggredito da un monrealese che stava lavorando in maniera abusiva. Senza autorizzazione. Il vigile stava solo adempiendo al suo dovere. E, come premio, ha ricevuto una testata in pieno volto. Nessuno, sottolineo, nessuno, dall’amministrazione ha quantomeno espresso solidarietà nei confronti dell’agente ferito. Non ho nessun timore a rivelare la mia simpatia per il corpo della polizia municipale.
Chi segue MonrealePress sa benissimo lo spazio che dedichiamo alle varie operazioni condotte sempre in maniera egregia, nonostante i pochi agenti a disposizione e tutte le difficoltà con cui convivono: auto che cadono a pezzi; tetti della caserma che crollano; uffici freddi d’inverno e caldi d’estate. Ora si aggiungono pure la aggressioni ed i comitati di benvenuto davanti la caserma. Li abbiamo visti stamattina: personaggi “conosciuti” che passeggiavano lì davanti. Come per dire: ti tengo d’occhio. Gli agenti, però, non si sono lasciati intimorire. Anzi. Continuano a svolgere il loro lavoro con professionalità. Siamo noi che non meritiamo questa professionalità: perché anziché difendere chi sbaglia, chi viene multato, tutelare colui al quale gli viene sequestrata la merce, dovremmo schierarci dalla parte di coloro che ogni giorno fanno questo lavoro per il bene della comunità monrealese.
Invece, egregi professionisti vengono inviati fuori per missione, anziché dar loro la possibilità di migliorare il nostro Paese. Siamo proprio alla frutta, scriveva ieri un nostro lettore nei commenti del pezzo sull’aggressione al vigile. Già, caro amico, ha proprio ragione.