“15Kg di esplosivo già a Palermo, pronti a seminare morte e terrore, per un attentato ai danni del Giudice Nino Di Matteo”. Ecco quanto dichiarato da un collaboratore di Giustizia ritenuto attendibile dagli Inquirenti.
Di Matteo fa parte del Pool d’accusa nel processo “Stato – mafia” e si trova attualmente sottoposto a “procedimento disciplinare” per aver rilevato l’esistenza delle intercettazione telefoniche tra Nicola Mancino, ex Ministro degli Interni ed il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La scorta è stata subito rinforzata, grazie alle contromisure del Comitato Provinciale per l’Ordine e la sicurezza e sono entrati nell’operazione-protezione i Carabinieri del Gruppo Intervento Speciale (GIS) e ben quattro auto blindate. Con queste rivelazioni allarmanti, Palermo fa un tuffo nel passato e la mente dei tanti cittadini onesti, vola al ricordo indelebile di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e delle loro Scorte.
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: “Siamo vicini a Nino Di Matteo e lo siamo non solo per dovere istituzionale e con gli atti dell’Amministrazione comunale che si è costituita Parte Civile nel Processo per la trattativa fra Stato e mafia. Siamo vicini a Nino Di Matteo anche e soprattutto per il dovere morale di essere accanto a quel pezzo dello Stato che a gran voce, con coraggio e professionalità sta facendo di tutto per dire “Basta” a quella parte dello Stato che ha avuto e mai più dovrà tornare ad avere il volto della mafia.”