Cronaca

Piste ciclabili nei vecchi tracciati ferroviari

La Regione siciliana ha proceduto tanto tempo fa alla realizzazione del Piano d’ambito “Piano della mobilità non motorizzata in Sicilia”,  inserendo la dismessa linea “Palermo – Salaparuta” tra quelle lungo le quali è prevista la realizzazione di itinerari ciclabili. Anche la Provincia di Palermo e l’AAPIT (Azienda Provinciale per l’Incremento del Turismo di Palermo ) avevano individuato la  riconversione di queste linee dismesse in percorsi ciclabili con funzione di vie verdi e corridoi ecologici ”greenway”, parco lineare.

La linea Palermo Lolli – Salaparuta interessa anche il comune di Monreale. Si tratta di una linea, come tante in quel periodo, che venne realizzata e mai in realtà messa in funzione. Una linea ferroviaria a scartamento ridotto che è ancora visibile nell’attuale agglomerato urbano di Palermo, per esempio in via Paisiello, dove ci sono ancora case cantoniere, come quella dell’Uditore, o stazioni come quella di Baida o Monreale. Il tracciato, parzialmente realizzato negli ultimi anni ’20 , riuscì a toccare anche Boccadifalco con il caratteristico viadotto che la scavalca, e che si distribuisce verso Monreale, Altofonte, Piana degli Albanesi dove esiste anche una stazione presso il lago sito a valle della cittadina e San Cipirello. Molti tratti sono percorribili in auto, come quello che, partendo poco sotto Monreale, conduce su caratteristici viadotti intorno alla testata della valle dell’Oreto, sotto Altofonte e per una strada di recente sistemazione fino alla provinciale da Belmonte Mezzagno a Santa Cristina Gela.

Eppure il progetto della Regione ha un senso. Perché si potrebbe rivalutare un territorio naturale bellissimo come quello che va da Palermo – Boccadifalco – Altofonte fino a Monreale. Non solo potrebbe diventare un’attrattiva turistica, ma potrebbe realmente servire in una città come Palermo ed il comprensorio monrealese dove, di fatto, non esistono percorsi ciclabili di simili dimensioni. Ed in Sicilia, alcune esistono già, come quella della Ficuzza.

(Grazie a Paolo Arduino per lo spunto della notizia e le fotografie)

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