Nei giorni scorsi l’Ufficio Misure di Prevenzione della Questura di Palermo ha dato esecuzione a provvedimenti di sequestro emessi dal Tribunale di Palermo nei confronti di Fabio Chiovaro, nato a Palermo l’8/12/1973; Giovanni Matina, nato a Palermo il 27/05/1975; Gaspare Bonura, nato a Palermo il 26/03/1970; Giovanni Seidita, nato a Palermo il 27/05/1975.
I provvedimenti costituiscono l’epilogo delle indagini condotte dall’Ufficio Misure di Prevenzione della Questura di Palermo che ha ulteriormente sviluppato, sotto l’aspetto patrimoniale, i risultati dell’operazione “Atropos” effettuata dalla Squadra Mobile il 23 ottobre 2012 e conclusasi con l’arresto di 41 soggetti affiliati a “Cosa Nostra”, con riferimento alle famiglie mafiose della Noce, di Altarello e di Cruillas, tutti accusati di mafia, traffico di sostanze stupefacenti, possesso ed uso illegale di armi da fuoco, estorsione, interposizione fittizia. Anche in questa circostanza, come in analoghi fatti di mafia, le indagini hanno evidenziato la consueta tecnica della suddivisione delle consistenze economiche patrimoniali a compiacenti prestanome, tecnica che risponde all’esigenza imprenditoriale mafiosa di diversificare gli investimenti e di frazionare il rischio della loro sottoposizione a provvedimenti di sequestro. Le indagini condotte dall’Ufficio Misure di Prevenzione della Questura di Palermo sono consistite nell’approfondita analisi delle conversazioni intercettate nell’ambito dell’operazione “Atropos” rivisitate sotto il profilo dell’individuazione dei beni, e raffrontate con i dati reddituali e patrimoniali dei personaggi segnalati al Tribunale.
Ciò ha consentito di individuare una pluralità di beni e di esercizi commerciali intestati a terzi soggetti i quali, sebbene privi o comunque titolari di esigui redditi, si sono concessi il lusso di esserne proprietari.
Ed a proposito delle attività commerciali un dato oramai conclamato è l’assoluta preferenza di investire il denaro proveniente dal racket delle estorsioni o comunque dalle attività di mafia, in sale gioco e scommessa ed internet point, esercizi che rappresentano le nuove frontiere degli investimenti mafiosi per gli apprezzabili vantaggi che offrono non solo in termini di utili garantiti, ma soprattutto perché caratterizzati da elevata velocità di circolazione del denaro e rapidità di riciclo. I personaggi nei cui confronti sono state effettuate le indagini patrimoniali sono soggetti di primo piano nell’ambito mafioso del quartiere Noce, tutti di rilevante caratura criminale e dotati di un elevato tasso di pericolosità capace di incidere sul tessuto economico e sociale e di alterare gli equilibri della pacifica convivenza sociale e di leale concorrenza economica e produttiva.
“Atropos”, ha messo in luce la progettazione e realizzazione dei nuovi assetti che si stavano creando all’interno del mandamento della Noce, i cui due vertici erano, Franco Picone, reggente durante l’arresto di Chiovaro Fabio (dall’ottobre 2010 al maggio 2011) e lo stesso Chiovaro considerato organo più “operativo-esecutivo”.
È stata fatta chiarezza sulle strategie adottate dai consociati e gli accordi tra le famiglie in relazione alla spartizione del territorio all’interno dello stesso mandamento: la famiglia mafiosa “Cruillas – Malaspina” guidata da Maranzano con la collaborazione di Domenico Spica, controllava la porzione di territorio adiacente alla stazione Ferroviaria Notarbartolo, con particolare riferimento a zone ben precise come ad esempio il tratto tra viale Lazio a monte di via Sciuti, fino a villa Trabia, individuando in via Dante il limite d’area.
Tutti, comunque, controllavano tutto, spartendosi il territorio: traffico di sostanze stupefacenti, possesso ed uso illegale di armi da fuoco, estorsione sono le accuse a vario titolo. Tra le vittime del racket c’era la casa di produzione Magnolia, realizzatrice della fiction ”Il segreto dell’acqua”, ma anche un’attività commerciale molto nota in città “Ninu’ ‘u ballerino”, specializzata nel cibo di strada e situata a due passi dal palazzo di giustizia.
I soggetti nei cui confronti sono stati emessi i provvedimenti di sequestro sono:
Fabio Chiovaro: È colui il quale ha rivestito un ruolo particolarmente rilevante nell’ambito del mandamento della Noce, in grado di emanare direttive agli affiliati anche durante il suo stato di detenzione e di riappropriarsi del ruolo apicale in seno alla consorteria mafiosa una volta scarcerato;
Giovanni Matina: Soggetto dal curriculum criminale di basso profilo, ma non per questo privo di pericolosità sociale, evidenziata più di recente nell’Ordinanza di Custodia cautelare in carcere relativa all’operazione “Atropos” che lo vede indagato per associazione a delinquere di tipo mafioso ed intestazione fittizia di beni;
Gaspare Bonura: Anche per questi l’appartenenza a contesti criminali di stampo mafioso ed in particolare di quelli operanti nella zona della Noce, è emersa, nel corso dell’attività investigativa sfociata nell’operazione “Atropos”. In quel contesto è stato ricostruito il ruolo ricoperto da Bonura nell’ambito della famiglia mafiosa di riferimento ed i relativi rapporti intrattenuti con gli altri sodali. In particolare è emersa la sua vicinanza con Fabio Chiovaro, questi già condannato con sentenza irrevocabile per il delitto di concorso in associazione mafiosa e diversi delitti contro il patrimonio e Giuseppe Sammaritano, quest’ultimo con precedenti penali per associazione per delinquere, rapina, furto, ricettazione;
Giovanni Seidita: Anche lui il 22/10/2012 è stato tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere concernente la citata operazione “Atropos” poiché indagato del reato di cui all’art.416 bis c.p. per aver fatto parte dell’associazione mafiosa Cosa Nostra del mandamento della “Noce”.
A coronamento delle indagini patrimoniali il Tribunale di Palermo ha emesso i sopra specificati provvedimenti di sequestro che riguardano:
per Fabio Chiovaro:
per Giovanni Seidita:
per Gaspare Bonura:
per Giovanni Matina: