Salvino Caputo “scende” di nuovo in campo. Accanto a lui i fedelissimi di sempre, ma anche volti nuovi, soprattutto giovani. A parlare prima di Caputo ci sono i big del partito di Berlusconi in Sicilia e non solo: il senatore Renato Schifani; gli assessori regionali siciliani Edy Bandiera e Bernadette Grasso; ci sono anche Francesco Scoma, Luigi Vallone, coordinatore provinciale del partito e Salvatore Lentini, della segreteria regionale; Fabrizio Ferrara, consigliere al comune di Palermo e i consiglieri monrealesi Giuseppe Guzzo, Antonella Giuliano e Giorgio Rincione.
“Mi scuso con voi – ha esordito Caputo – per non aver trovato una sala più grande”. Ed in effetti l’aula consiliare è stracolma, qualcuno è anche rimasto fuori. Caputo ricorda durante il suo intervento gli anni in cui ha fatto il sindaco, snocciolando numeri e opere realizzate. Lo fa anche attraverso un filmato, che mostra delle immagini di Monreale negli anni che vanno dal 1994 al 2004, seguite poi dalle immagini della Monreale di oggi.
“Avete visto tutti la Monreale di 15 anni fa e quella di oggi – dice Caputo – ho deciso di ricandidarmi perchè voglio tornare a vivere e respirare quella Monreale. Non sono stato un super sindaco. Ho solo avuto al mio fianco persone competenti, politici capaci e, soprattutto, ho avuto sempre le porte aperte nei governi regionali e nazionali. In questi 15 anni abbiamo sofferto e soffriamo, perchè coloro che ci hanno amministrato erano soli e senza un forte riferimento politico. Oggi come nel ’94 ho la fortuna di avere accanto la grande politica nazionale, quella in grado di far arrivare a Monreale i giusti finanziamenti per far ripartire l’economia, il turismo, l’edilizia”.
Caputo ha toccato diversi temi importanti per la città, tra questi i rifiuti, le strade e l’illuminazione, le barriere architettoniche, ma anche le tante difficoltà che in questo periodo devono affrontare le piccole aziende e i negozianti del territorio. Discorso a parte quando il candidato è passato a parlare del Piano Regolatore. Qui Caputo ha puntato il dito per la prima volta contro l’ufficio tecnico: “Il piano regolatore – ha detto Caputo – dovrà uscire dagli uffici comunali e dovrà essere dato in mano ai privati. Abbiamo sperimentato che gli uffici comunali non sono in grado di fare un piano regolatore”. Per Caputo il nuovo piano regolatore è una delle priorità della città, “perchè – spiega – significa sviluppo, edilizia, economia e riordino del territorio”. Durante l’intervento poi Caputo si è soffermato sull’incapacità di Monreale di essere una città a misura di disabili: “Non è possibile – dice – che un cittadino non possa godere della sua città, dei suoi monumenti, a causa delle barriere architettoniche o perchè costretto a rimanere a casa a causa di una strada mai sistemata”.
Oggi Caputo, con il suo intervento e con la presenza di pubblico, ha dimostrato di essere un serio candidato al possibile ballottaggio.