La Prima sezione penale della Corte di Cassazione al termine dell’udienza in camera di consiglio, su richiesta della Procura generale, ha rigettato il ricorso presentato dalla Procura di Termini Imerese che aveva impugnato l’ordinanza del Tribunale per il Riesame di Palermo che il 20 aprile aveva annullato l’ordinanza di arresti domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Termini Imerese su richiesta della stessa Procura della Repubblica.
La Corte di Cassazione ha condiviso le richieste formulate dei difensori dei fratelli Caputo, gli avvocati Raffaele Bonsignore, Francesca Fucaloro e Nicola Nocera. Il Tribunale per il Riesame aveva annullato il provvedimento del Tribunale di Termini Imerese sia per l’assoluta mancanza dei gravi indizi di colpevolezza che per il comportamento tenuto in campagna elettorale dai fratelli Caputo e in particolare di Salvino che aveva da subito agito per ricercare i consensi per il fratello Mario con manifestazioni pubbliche, comizi e riunioni in diversi comuni della provincia.
La Procura decise di proporre ricorso per cassazione chiedendo l’annullamento del provvedimento del tribunale della Libertà di Palermo e la Corte di Cassazione ha ritenuto ben motivato il provvedimento del Riesame rigettando il ricorso della Procura della Repubblica di Palermo. In precedenza la quinta sezione della Corte di Cassazionne il 13 novembre scorso aveva rigettato il ricorso presentato dalla Procura di Termini Imerese nei confronti di Vercio Benito.
“Questi provvedimenti – hanno dichiarato gli avvocati Bonsignore, Fucaloro e Nocera – confermano che non sussistevano le condizioni processuali per l’emissione dei provvedimenti da parte della Procura di Termini nei confronti dei fratelli Salvino e Mario Caputo”.
“Abbiamo sempre avuto sin dal primo momento fiducia nella magistratura nella certezza della regolarità del nostro comportamento. E il fatto che ben due diverse sezioni della Corte di Cassazione abbiano rigettato il ricorso della Procura di Termini Imerese è la conferma che non esistevano le condizioni processuali per emettere il provvedimento poi annullato dal tribunale per il Riesame e poi dalle due sezioni della Corte di cassazione”, ha detto Mario Caputo.